“Tutte le malattie iniziano nell’intestino.”
Ippocrate (460–370 A.C.)
Uno degli aspetti che più mi entusiasmano nella mia ricerca, attività e formazione continua come professionista della salute, è fare esperienza e constatare come corpo e mente non siano separati. L’aspetto che più mi affascina di questo viaggio è il dialogo e l’integrazione delle nuove scoperte del campo delle neuroscienze con la psicologia, la psicoterapia e le altre discipline che si occupano di salute. L’apertura al confronto interdisciplinare e tra professionisti diversi e l’aggiornamento continuo sulle scoperte della ricerca scientifica è un aspetto importante in una visione olistica alla cura della persona. Olistico deriva dal greco “holon/holos” che significa intero, tutto. Questo termine, usato da Smuts negli anni Venti, sottolinea come il sé sia incarnato e di come mente e corpo siano un tutt’uno inscindibile come ci insegna anche la psicoterapia della Gestalt , approccio psicoterapeutico in cui ho scelto di specializzarmi.
Oggi in particolare vorrei raccontarvi dell’affascinante e stretta relazione tra intestino e cervello. Essi si influenzano a vicenda e rivestono un ruolo importante nel mantenimento del nostro benessere ed equilibrio.
Già Ippocrate sosteneva il ruolo chiave dell’intestino nella salute, e oggi la ricerca scientifica sta gettando luce anche sui meccanismi specifici che sono alla base del legame intestino, cervello e benessere.
Negli ultimi decenni, è emerso inoltre un nuovo attore importante nella regolazione dell’asse intestino-cervello: il microbiota. Come noto da tempo noi esseri umani infatti, viviamo in simbiosi con miliardi di microrganismi che vivono nel nostro corpo. Si stima che ci siano almeno 2776 specie diverse ospitate nell’uomo. Si parla così di asse microbiota-intestino-cervello (Cryan et al., 2020). Negli ultimi quindici anni numerose ricerche hanno dimostrato come il microbiota sia uno dei sistemi principali di regolazione centrale della funzione intestinale e del suo rapporto con il cervello. Esso è quindi molto importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche e la comprensione delle basi biologiche e fisiologiche dei disturbi psichiatrici, dello sviluppo neurologico, e delle malattie neurodegenerative come suggeriscono le numerose ricerche che stanno emergendo. Recenti studi hanno dimostrato il coinvolgimento del microbiota intestinale in diverse malattie come l’autismo, l’ansia, l’obesità, la schizofrenia, la malattia di Alzheimer e di Parkinson (Cryan et al., 2020). Questi dati sono importanti e in linea con le conoscenze che abbiamo a proposito di una forte comunicazione tra il microbiota e il cervello che passa attraverso varie vie del nostro organismo (sistema immunitario, metabolismo del triptofano, nervo vago e sistema nervoso enterico coinvolgendo metaboliti microbici come gli acidi grassi a catena corta, aminoacidi a catena ramificata e peptidoglicani).
Un aspetto importante da sottolineare è che il microbioma, il patrimonio genetico del microbiota, risponde in modo dinamico e potente all’ambiente e non rimane quindi stabile nel corso della vita di noi ospiti. Questo dato è fondamentale per i numerosi risvolti e potenzialità terapeutiche che apre questa strada. Tanto ancora c’è da scoprire e a complicare il tutto è che la struttura sana del microbiota è unica per ogni persona (Costello et al., 2009). Nonostante le sfide poste da una così ampia variazione interindividuale, alcuni ricercatori hanno tentato di classificare le colonie di microbioti intestinali umani in diversi gruppi principali definiti enterotipi che hanno un legame con quello che mangiamo e un diverso ruolo funzionale (Arumugam et al., 2011).
Per concludere vorrei consigliare una breve lettura divulgativa a chi fosse interessato ad approfondire questo argomento: “La saggezza del secondo cervello”.
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In questo libro viene descritto in modo chiaro in che modo questi sistemi si influenzano a vicenda nel favorire la salute. C’è anche una parte dedicata alle ricerche sul legame intestino e disturbi psichiatrici, malattie autoimmuni, problemi ginecologici e dermatologici. Troverete anche una parte divulgativa sull’alimentazione, l’uso corretto della fitoterapia ed esercizi di rilassamento. Spero che questo argomento vi abbia incuriosito.
Buona lettura e buon viaggio a chi si avventurerà! 🙂
Bibliografia principale
- Bacterial community variation in human body habitats across space and time. Costello EK, Lauber CL, Hamady M, Fierer N, Gordon JI, Knight R. Science 326: 1694 – 1697, 2009. doi:10.1126/science.1177486.
- The microbiota gut-brain axis. John F. Cryan, Kenneth J. O’Riordan, Caitlin S. M. Cowan, Kiran V. Sandhu,
Thomaz F. S. Bastiaanssen, Marcus Boehme, Martin G. Codagnone, Sofia Cussotto, Christine Fulling, Anna V. Golubeva, Katherine E. Guzzetta, Minal Jaggar, Caitriona M. Long-Smith, Joshua M. Lyte, Jason A. Martin, Alicia Molinero-Perez, Gerard Moloney, Emanuela Morelli, Enrique Morillas, Rory O’Connor, Joana S. Cruz-Pereira, Veronica L. Peterson, Kieran Rea, Nathaniel L. Ritz, Eoin Sherwin, Simon Spichak, Emily M. Teichman, Marcel van de Wouw, Ana Paula Ventura-Silva, Shauna E. Wallace-Fitzsimons, Niall Hyland, Gerard Clarke, and Timothy G. Dinan; Physiol Rev 99: 1877–2013, 2019 Published August 28, 2019; doi:10.1152/physrev.00018.2018 - Enterotypes of the human gut microbiome. Arumugam M, RaesJ,PelletierE, LePaslierD, YamadaT, MendeDR, FernandesGR, Tap J, Bruls T, Batto JM, Bertalan M, Borruel N, Casellas F, Fernandez L, Gautier L, Hansen T, Hattori M, Hayashi T, Kleerebezem M, Kurokawa K, Leclerc M, Levenez F, Manichanh C, Nielsen HB, Nielsen T, Pons N, Poulain J, Qin J, Sicheritz-Ponten T, Tims S, Torrents D, Ugarte E, Zoetendal EG, Wang J, Guarner F, Pedersen O, de Vos WM, Brunak S, Doré J, Antolín M, Artiguenave F, Blottiere HM, Almeida M, Brechot C, Cara C, Chervaux C, Cultrone A, Delorme C, Denariaz G, Dervyn R, Foerstner KU, Friss C, van de Guchte M, Guedon E, Haimet F, Huber W, van Hylckama-Vlieg J, Jamet A, Juste C, Kaci G, Knol J, Lakhdari O, Layec S, Le Roux K, Maguin E, Mérieux A, Melo Minardi R, M’rini C, Muller J, Oozeer R, Parkhill J, Renault P, Rescigno M, Sanchez N, Sunagawa S, Torrejon A, Turner K, Vandemeulebrouck G, Varela E, Winogradsky Y, Zeller G, Weissenbach J, Ehrlich SD, Bork P; MetaHIT Consortium. [Corrigendum at Nature 474: 666, 2011.] Nature 473: 174 –180, 2011. doi:10.1038/nature09944.
Grazie conoscevo in parte l’argomento ma ho scoperto nuove informazioni. Mi saranno molto utili. Grazie!
Mi fa piacere Sabina! 🙂